Anonima
Montanari
Avvinazzati
           

Monte delle Fate

   
           
Data :
11 Dicembre 2005
Escursione :
Monte delle Fate m. 1090 (Monti Ausoni)
Itinerario :
Da Sonnino per Cisterna Mareccia, Serra Palombi e la Cresta Ovest

 

Vino :
Nero d'Avola
Difficoltà :
Media
Dislivello :
m. 750

 

LA DIVINA AMA

Canto Secondo (Monte delle Fate)

Quando che ancor nel ciel lo raggio non miravo
Dello nostro astro splendente in alto,
Nello piazzale oscuro con l’AMA mi trovavo

Onde poter portare lo grande assalto
De panettoni, de dolci e nero d’avola
In sulla vetta delle fate con rinnovato smalto.(1)

E mentre colla testa di già sedevo a tavola
Tosto giungevan lesti l’altri soci
A far della domenica un dì da favola.

Tutti su questa terra abbiam le croci
Ma senza perir sopportar lo Presidente
E’piu’ duro di un torrone con le noci.

Ecco che miro lo Fanel coll’ altra gente
E di saluti e baci giungon li soni
Ma l’urla del Tiranno sol se sente.

Posti nello carro grande li soci boni
Io, con l’ingegnere lungo e la di lui donzella, (2)
La cognata dello Fanello coi flaconi (3)

De lo caffe’ caldo e la nova Paola detta Gisella
M’incamminavo col Presidente allo volante
Mentre seguiva lo Fanello frate (4)colla bella

Sandra e lo Mario, grande fante
Insieme alla socia nova che di nome facea Valeria.
Tutto lo gruppo verso sud correa vociante.

A noi ci apparve bella verdeggiante e seria
La vetta dietro lo pontin paesone. (5)
Si’ che la salita non fusse deleteria

La frotta immonda facette colazione.
Dannato fusse l’ingegnere lungo
Che disse:”Io so dove far ristorazione!”

Poscia che tutti con portentoso allungo
Di gente urlante nella locanda facean catasto
Piu’ che cornetto un periglioso fungo

All’occhi disgustati si presento’ lo pasto.
Si che la broda scese nelle budella
E lo tortino nell’intestin fece rimpasto.

Eppur lo pasto immondo lo languor debella,
E presto lo gruppo in coro
Per trovar la strada tosto si flagella.

Saliron mille scale senza decoro
Li soci in fila come lo gregge
C’arranca disadorno recando seco lo pandoro.

Coletta al collo l’instrumento regge (6)
Mentre alla donzella (7) il capino dole
E colli soci tutti avanti fugge.

Resta lo Nano (8) dietro e aiutar lui vole
La nova Paola e la donzella che mugugna
Ma l’altri soci e lo Presidente si sa, so’ sole…

Scappa in avanti, la vecchia spugna, (9)
Ma la retta via presto l’inganna
Mentre Coletta l’instrumento impugna.

Senza le pile anche la scienza accanna
E come grulli che a saltellar s’invanno
I poveretti lo percorso allungan d’una spanna.

Or che lo Iettator (10) lontan s’aggira senza danno
Splende nel chiaro cielo l’astro dorato
E l’occhi miei a mirar lo mare vanno.

Poscia che lo Cerbero (11) nella via e’ tornato
Grandine grossa, acqua tinta e neve
Per l’aere tenebroso lo gruppo ha ben bagnato.

Ormai alla vetta rinunziar si deve
Ma lo fiero pasto e lo vino d’avola
Mai che lo gruppo scenda e non se beve!

Ecco lo Presidente che s’incavola
Per lo rifugio che a cercar s’impegna
E mai lo giusto posto per lui ha la tavola.

Un sito or dove d’acqua non s’impregna
Quantunque scorgo in tra le fratte
Le rocce asciutte sotto foglie e legna

Che a riposar lo culo stanco parea fussero adatte.
Così d’incanto spuntan fora li salami
La mortadella e le ciriole piatte

E tanto vino e cibo dai tegami.
Beve e ride e poi favella
Pur senza aver grossi legami

La mora nova sora Gisella (12)
Mentre col panettone mi consolo
Di aver mancato la vetta bella.

Ormai l’ultimo nettare mi scolo
E ringraziando Iddio e il Signor Bacco
Col viso allegro non son piu’ solo

E tutti insieme prepariam lo sacco
E nello carro coi Fanelli erranti
A Roma andiam a riportar lo tacco.

Er Poeta

Note:
1) Monte delle Fate
2) Federico e Cristina coniugi Landi
3) Laura Pantani
4) Andrea Fanello
5) Sonnino
6) GPS
7) Cristina
8) Giacomo D’Alia
9) Il presidente Fanello
10) Il presidente Fanello
11) Il presidente Fanello
12) Paola – Gisella Scatamacchia